Limitazione degli smartphone a scuola
È molto semplice. Senza stare attenti a scuola non c’è possibilità di apprendere, senza apprendimento non c’è istruzione, senza istruzione non c’è né libertà, né cittadinanza. Punto. Siccome i telefonini a scuola sicuramente distraggono, limitarli a scuola, argina la libertà di distrarsi, e garantisce quella ben più grande di imparare. Se la libertà limitata è quella di distrarsi a scuola, pur essendo liberale non riesco ad allarmarmi. Mi allarmo invece se a scuola non si riesce a insegnare.
D’altronde, senza regole non c’è scuola, pensiamo anche solo al fatto che le lezioni iniziano a una certa ora (e non a libera scelta), che le materie sono quelle previste (e non quelle preferite), che la scuola sia un obbligo (e non un’opzione), che in classe possano entrare solo gli allievi (e non anche il loro cane o il loro gatto).
Con la nostra iniziativa mandiamo un segnale: certo, il telefonino è collegato con tutto il mondo, ma non è tutto il mondo in cui viviamo. Noi non siamo il nostro smartphone, il nostro smartphone non è noi. Come dicono alcuni: si tratta di tenere distinto lo spazio digitale da quello reale, per non rendere surreale la nostra esistenza.
Forse è addirittura già tropo tardi, e certo non basta la limitazione di cui parliamo. Non è sufficiente ma è necessario, il resto dipende da ognuno di noi, dagli esempi che sappiamo dare ai giovani ai quali diciamo di lasciare il cellulare fuori dalla scuola.